IL SENTIERO DEI CARBONAI

IL SENTIERO DEI CARBONAI

Pomonte ha mantenuta viva l’antica tradizione dei carbonai. Un tempo non lontano le carbonaie erano diffusissime: dati i costi e la distanza dai luoghi di estrazione del carbone fossile di alto potere calorifico, la trasformazione del legno in carbone vegetale serviva ad alimentare sia le forge dei fabbri che le buche calcinaie, dove la pietra calcarea veniva trasformata in calce da edilizia. Man mano che i trasporti internazionali si sono sviluppati e che, anche in Italia, in molti luoghi si procedette all’estrazione della Lignite, al carbone vegetale rimase l’uso per cui tutti lo consociamo: la cosiddetta “carbonella”, protagonista dei nostri barbecue. Quella di Pomonte, realizzata con Leccio, Ornello e Corbezzolo, è di elevatissima qualità e conferisce al cibo un inconfondibile aroma. Pomonte rievoca oggi la tradizione con la “Cotta del Carbone”. Prenotando presso la Pro Loco ( 328 697 1048), al termine dell’escursione, che tocca anche le rovine del monastero di Madonna del Monte, e percorre il panoramico crinale di Poggio delle Civitelle, potrete partecipare a laboratori didattici sulle carbonaie.

Dislivello: 443m

Km: 6,5

Durata: 2,15’ ore (visite escluse)

Difficoltà: E (escursionistico)

Segnaletica: assente

Acqua lungo l’itinerario: fonte lungo percorso e al laboratorio didattico

Stagione consigliata: tutto l’anno.

Tipo di percorso: sentiero e strade forestali in terra interdette al traffico

Punti d’interesse: monastero di Madonna del Monte, laboratorio didattico sulle carbonaie

ROAD MAP

Raggiunto Pomonte, dalla valle del Puglia, oltrepassato il nucleo abitato contraddistinto dal campanile, girate a destra per una strafa asfaltata che presto si trasforma in un’ottima strada inghiaiata e tenetela per poco meno di un km, sino a che non incontrate il gruppo di case che è il vostro punto di partenza. Lasciata la vettura, tornate sui vostri passi per un centinaio di metri (dir. Pomonte) e alla vostra destra trovate l’imbocco del sentiero che porta al valico. Percorsi circa 500 metri, in basso notate uno slargo a seminativo con un “bottino” nome locale per la captazione dell’acqua. Una cassettina su un palo, aperta, vi consente di attingere acqua (richiudete il rubinetto!). Se però avete la borraccia piena, eviterete di dover risalire. Nella lecceta, qui come in discesa, potrete notare dei circoli privi di vegetazione, con il fondo in terra scura: sono quello che resta delle carbonaie, un tempo diffusissime. Raggiunto il valico, un bell’itinerario di crinale vi porta fino alle rovine del monastero di Madonna del Monte quindi, scendendo per itinerario solo parzialmente coincidente a quello dell’andata, vi porta al laboratorio didattico e, di qui, alla macchina.
Prestate attenzione nelle giornate di pratica venatoria, agli appostamenti di caccia: se presidiati, avvisate la vostra presenza prima di transitare.

PER APPROFONDIRE

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